Blackthorne

Blackthorne è uno dei primi e dimenticati titoli di Blizzard e può essere descritto come il Prince of Persia con un fucile da caccia con movimenti simili a Flashback. L’introduzione, pur essendo corta, spiega tutto quello che c’è da sapere sulla storia: nel mondo di Tuul, il malvagio Ka’dra’suul (che assomiglia molto agli orchi della serie Warcraft) guidati da Sarlac, fanno la guerra all’uomo. Mentre i Ka’dra’suul stanno invadendo il castello reale di Androth, il re Vlaros chiede al mago di corte, Galadril, di mandare sul Terra il figlio Kyle. 20 anni dopo l’ormai adulto Kyle (che si fa chiamare Blackthorne) viene rimandato a Tuul, dove deve vendicare suo padre, salvare il suo popolo e sconfiggere il malvagio Sarlac armato solo con il suo bastone. E se volete saperne di più, il manuale rivela molti retroscena e offre maggiori dettagli sul protagonista.

Il sistema di combattimento è un po’ più strategico rispetto alla maggior parte dei giochi d’azione. Puoi schivare gli attacchi ma i tuoi nemici possono fare lo stesso. Quindi, fondamentalmente, la maggior parte dei combattimenti consiste nell’andare a schivare gli attacchi fino ad ottenere un’apertura per attaccare. Pazienza e riflessi rapidi sono la chiave della vittoria. Puoi anche superare la maggior parte dei nemici, ma alcuni di loro trasportano oggetti necessari per risolvere i puzzle ambientali.  La difficoltà cresce in modo esponenziale man mano che progredisci, ma il gioco diventa duro solo dalla seconda area in avanti. Fortunatamente, a parte gli aggiornamenti, hai anche vite infinite, in modo da poter provare ancora e ancora, anche se ogni volta che muori, devi riavviare di nuovo il livello come da tradizione dei titoli Anni Novanta.